

| 8 personaggi | |
| 4 maschili | 4 femminili |
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Metti che la portinaia sia una ragazza madre… |
Il condominio è lo
spazio scenico principale. Le donne del palazzo (condomine) discorrono
spesso tra di loro, incuriosite, sospettose e chiacchierone. Amanda, la
portinaia, è oggetto di sospetti e maldicenze. Si sa che ha avuto un
figlio da una relazione clandestina, ma non ha mai rivelato chi sia il
padre. Questa segretezza la rende bersaglio di critiche e commenti
velenosi. Le altre condomine — Giuditta, Federica, Teresita — e i loro
mariti (Giuseppe, Gerardo, Guido) vengono presentati. Ognuno ha la
propria personalità, con piccoli attriti e tensioni familiari latenti.
Amanda, stanca delle critiche e del
disprezzo da parte delle altre donne, decide di reagire. Con un gesto
provocatorio, annuncia che il padre di suo figlio è uno dei mariti che
ancora abitano nel condominio. Questa dichiarazione getta tutti nello
sconforto e nella curiosità: chi può essere il colpevole? Inizia
un’indagine sociale “condominiale”: le donne sospettano i mariti,
cercano indizi, provocano confronti, insinuano domande.
Emergono sospetti su ciascuno dei
mariti: motivi, relazioni passate, alibi discutibili. Si creano
situazioni di confronto e tensioni tra coniugi: gelosie, difese, bugie
parziali. Elementi comici derivano dalle reazioni sbagliate, dai
malintesi, dai discorsi tra condomine che si spettegolano alle spalle
dei mariti. È possibile che intervenga Gustavo, un colonnello che
aggiunge un elemento “straniante” o autoritario che scuote le dinamiche
condominiali.
Le indagini continuano, con momenti
di scontro, accuse reciproche, confessioni parziali. Alcune verità
vengono messe in luce: piccoli tradimenti, relazioni pregresse, inganni
emotivi. Amanda magari gioca con i sospetti, alimenta tensioni e
contraddizioni per arrivare al momento del chiarimento.
Arriva il momento clou: viene
smascherato il “colpevole” (il marito che ha avuto la relazione con
Amanda). Il finale è a sorpresa: non sempre è il più sospettato, e
l’autore sembra prediligere il colpo di scena. Vengono chiarite le
relazioni, i malintesi vengono risolti, e le dinamiche tra personaggi
tornano in una situazione di equilibrio (pur con le ferite simboliche).
Le donne del condominio, i mariti e Amanda trovano un modo di convivere
con la verità emersa, accettando responsabilità e riconoscendo limiti e
errori.
L’opera si chiude probabilmente con
un atto di perdono, o almeno con una pacificazione forzata ma serena.
Il pettegolezzo, la gelosia e il pregiudizio sono smascherati come
deformazioni sociali: il vero “giallo” non è tanto chi ha tradito, ma
come la comunità reagisce alle apparenze e alle dicerie.
Il titolo La Rosa Gialla resta
simbolico: come un fiore diverso, che colpisce l’attenzione, suscita
sospetti, ma la cui “giallezza” potrebbe essere interpretata come
diversità, mistero, o colpa percepita.


“La rosa gialla”: il dramma
emotivo di Camillo Vittici al Teatro Imperia di Monreale
Il 5 aprile alle 21:00, “La Rosa Gialla”
di Camillo Vittici sarà in scena al Teatro Imperia di Monreale. Un
dramma che esplora emozioni e inquietudini
umane in una performance intensa.
Un’opera che profuma
di dramma e passione
Il 5 aprile,
alle 21:00, il Teatro
Imperia di Monreale ospiterà
una serata imperdibile, un incontro tra la scrittura
teatrale di Camillo
Vittici e la maestria della compagnia
teatrale Tritone. Il palcoscenico si
accenderà con la rappresentazione di “La
Rosa Gialla”, un’opera che ha il sapore
della suspense e
della passione e
che promette di coinvolgere il pubblico con il suo dramma
emotivo e le sue intuizioni
psicologiche.
Diretta dalla regia di Giusy
Salamone e Cosimo
Grimaudo, “La rosa gialla” racconta di doppie
vite, inquietudini
nascoste e fragilità
umane. Il titolo stesso sembra evocare il
contrasto tra la bellezza di una rosa e il mistero che si cela dietro di
essa. Una metafora perfetta per un’opera che non si accontenta di
rimanere in superficie, ma che si addentra nei meandri
dell’animo umano.
Un’opera che svela il
mistero
La trama di “La rosa gialla” è un caleidoscopio di emozioni in cui il
pubblico si ritrova costantemente a fare i conti con il non
detto e
l’incompleto. In un intreccio di passioni, tradimenti e segreti,
i personaggi si muovono in un mondo che sembra sospeso tra realtà e
illusione, tra luce
e ombra.
Ogni gesto e ogni parola sono intrisi di significato, lasciando che il
pubblico stesso si faccia parte attiva del dramma.
Come nella tradizione della commedia
dell’arte,
i protagonisti di questa opera sono costretti a confrontarsi con le
proprie fragilità e
i propri confini
interiori,
facendo emergere con eleganza le contraddizioni della
vita quotidiana. La regia sapientemente diretta da Salamone e Grimaudo
guida gli attori verso una performance che si fa sempre più intensa, in
un crescendo che porta lo spettatore a un finale che non mancherà di
sorprendere.

Foto di scena - La rosa gialla - Parma 20.07.2024 - La Famija Pramzana


§
Compagnia teatrale amatoriale nell’ambito dell’Università degli Anziani di
Vittorio Veneto






Compagnia teatrale amatoriale “Giovani per i Giovani” dell’ Oratorio dei Salesiani di Trapani




Compagnia Teatrale Bagnatica (Bg)
